"Rosse erano le sue labbra
Audace era il suo sguardo
E i riccioli biondi come l'oro
Bianca era la sua pelle
Come quella di una lebbrosa
Ella era l'incubo vita in morte
Che fa gelare il sangue dell'uomo"
(La ballata del vecchio marinaio, 1798, Samuel Taylor Coleridge)
"Io l'ho vista, sai, questa bianca dama di cui parla Coleridge, piccola, magra, dalla pelle avvizzita, una morta insomma". (Don Gaspare).
Prologo
Pavia. Il commercialista Nino Monti (Marcello Mastroianni) sale su un autobus per fare ritorno a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Incontra una vecchia signora (Romy Schneider), malata e mal vestita, a cui presta cento lire per il biglietto. La donna fa riaffiorare nella mente di Nino un ricordo, somiglia a qualcuno che ha conosciuto anni addietro, forse un amore del passato mai sopito, mai dimenticato. La vecchia signora scompare avvolta dalla nebbia nei vicoli della città.
Fantasma d'amore - Il plot
Il tempo non cancella i ricordi
Nino ritrova, tra le pagine ingiallite di un vecchio volume, una fotografia consumata dal tempo: è Anna Brigatti (Romy Schneider), una vecchia fiamma, la donna ritratta. Riaffiorano ricordi di una vita passata: le pedalate estenuanti in bicicletta sui viottoli di campagna, le passeggiate romantiche sulle sponde del Ticino, le gite in barca sulle acque melmose del fiume. Anna sorride, timida e dolcissima, gli occhi azzurri luminosi, i riccioli biondi, la pelle diafana.
La scoperta
La signora del tram è Anna Brigatti. Forse. Ma non può essere. Anna era giovane e bella, la signora del tram è vecchia e avvizzita. Anna non può essersi ridotta in quelle condizioni. Nino si confida con i suoi amici: Anna Brigatti, gli dicono, è morta e sepolta. Anni addietro. È convolata a nozze con il conte Zighi (Wolfgang Preiss), è andata ad abitare a Palazzo Zighi, un'antica dimora edificata all'inizio del XX secolo circondata da un grande parco. Una vita di provincia. Nulla di straordinario. Nino, però, non riesce a dimenticare. È agitato, pensieroso e riceve misteriose telefonate. All'altro capo del filo, una vocina flebile flebile, sembra davvero chiamare dall'oltretomba, dice a Nino di chiamarsi Anna, Anna Brigatti, un tempo erano innamorati. La donna gli dà appuntamento a Palazzo Zighi.
La villa liberty
Palazzo Zighi. Provincia di Pavia. Una facciata di pietra maestosa, tre archi a tutto sesto e un grande portone al centro. Nino non sta nella pelle. Anna compare sulla porta. È ancora bella come vent'anni prima. Altro che anziana signora del tram. La donna lo invita ad entrare, gli mostra le camere in stile liberty e art nouveau della dimora, gli prepara un drink, gli fa vedere persino le vecchie lettere d'amore che lui le scriveva, perfettamente conservate. "Mi avevano dette che eri morta", le fa eco Nino fissandola negli occhi belli. Anna sorride, gli si avvicina. Si baciano.
Il prete spretato
Don Gaspare, ex prete esorcista, dedito allo studio dell'occulto. Nino lo incontra in due occasioni. Durante un party in una villa lussuosa, il prete spretato cita Coleridge, La ballata del vecchio marinaio e la dama bianca. Sembra sapere già quello che accadrà. Dice a Nino di andarlo a trovare. L'uomo si reca a casa di Don Gaspare, in cerca di risposte. Si ritrova in un antico casolare del pavese. L'ex prelato conserva volumi e ampolle alchemiche. Nino riceve l'ennesima telefonata misteriosa. L'occultista lo prega di non rispondere. Nino cede. È Anna. Vuole rivederlo. Stavolta l'appuntamento è al Ticino. Come un tempo.
La portinaia sgozzata
Nel frattempo a Pavia un orribile episodio di cronaca nera rompe la monotonia del quotidiano. Un'anziana donna, portinaia di uno dei vecchi palazzi del centro storico, è stata barbaramente sgozzata. Nino scopre che il suo assistente, il dottor Ressi (Paolo Baroni), ha assistito alla scena: mentre percorreva i vicoli male illuminati della città, durante una notte di tregenda, gli è comparsa davanti una vecchia piena di sangue. Ressi scappa via e denuncia tutto alla polizia. Nino è sconvolto: ricorda molto bene quella donna, Anna viveva in quel palazzo.
Il cadavere nel Ticino
Sulle sponde del Ticino risboccia l'amore tra gli antichi amanti. Dopo aver noleggiato una barca, Anna confessa a Nino un astio profondo covato per anni: odiava a morte la portinaia. La donna sgozzata. E gli spiega il perché: praticava aborti clandestini e la costrinse ad ammazzare il suo bambino, figlio di Mario, nipote della donna, con cui Anna aveva intrecciato una relazione, dopo l'addio a Nino. Improvvisamente Anna perde l'equilibrio e precipita nelle acque melmose del fiume. Nino, sconvolto dall'accaduto, trova la forza di avvertire la polizia. Partono immediatamente le ricerche: Anna non si trova. Alcuni giorni dopo, dalle acque melmose del fiume, riemerge un cadavere: è Mario, il nipote della portinaia...
Fantasma d'amore - Commento
Una città fredda e nebbiosa
Fantasma d'amore, diretto da Dino Risi nel 1981, è un horror sentimentale. È tratto dal romanzo omonimo di Mino Milani, scrittore pavese. La sceneggiatura è scritta a quattro mani da Bernardino Zapponi e Dino Risi. Le musiche sono di Riz Ortolani che si avvale della collaborazione di Benny Goodman, il re dello swing, giunto a Roma per incidere le musiche del film con il suo clarinetto. Il suono dello strumento, romantico ed armonioso, accompagna costantemente gesti e movimenti dei personaggi che si muovono in una città fredda e nebbiosa. Risi, maestro indiscusso della commedia di casa nostra degli anni Cinquanta e Sessanta, ritorna alle atmosfere gotiche di Anima Persa (1977), tratto dal romanzo omonimo di Giovanni Arpino, con Vittorio Gassman e Catherine Deneuve.
Ambientazione gotica
L'ambientazione pavese del film è gotica e suggestiva: vediamo scorrere sullo schermo le immagini di palazzi antichi (lo splendido Palazzo Meriggi di Villanterio dove Nino rivede Anna), cascinali caratteristici del pavese (la casa di Don Gaspare nei pressi di Broni), le piazze e le stradine del centro storico. Da segnalare, inoltre, il ponte coperto sul Ticino dove si consuma la scena finale: il ponte diventa simbolo dell'amore impossibile tra i due amanti, trait d'union tra il mondo dei vivi e quello dei morti. È paragonabile al ponte Golden Gate nella baia di San Francisco che compare nel film La donna che visse due volte (1958) di Alfred Hitchcock, dove gli amanti John Ferguson (James Stewart) e Madeleine Elster/Judy Barton (Kim Novak) si incontrano.
Mastroianni e Schneider in stato di grazia
Memorabili e scolpite per sempre sulla celluloide le interpretazioni di Marcello Mastroianni, icona del cinema made in Italy e Romy Schneider, stella del cinema d'Oltralpe. Mastroianni si cala alla perfezione nei panni di Nino Monti, commercialista malinconico dalla vita ordinaria; Schneider è impeccabile e toccante nel doppio ruolo della misteriosa contessa Anna Zighi e dell'anziana signora del tram. Romy è la bella Anna, amore mai dimenticato del commercialista Nino e, al contempo, è la vecchia malconcia, vestita di stracci, che compare per la prima volta in un vicolo della città, tra la nebbia e i topi che rovistano nei rifiuti.
Una doppia anima
Sia Nino che Anna, in effetti, hanno una doppia anima. Il dottor Monti, commercialista di Pavia, è il solitario e quasi depresso marito di Teresa (Eva Maria Meineke), una donna borghese dedita a serate di beneficenza e canasta con le amiche. Ma un tempo fu Nino, giovane pavese di belle speranze, innamorato di Anna. Il dottor Monti è tutto quello che Nino non sarebbe mai voluto diventare. Eppure lo è diventato. Il dottor Monti porta avanti la sua vita grigia e monotona, ma dentro urla. È Nino che ogni tanto torna a far capolino.
Come le eroine di Hitchcock
Anna Brigatti, contessa Zighi, ha acquisito il titolo nobiliare dopo il matrimonio con il conte Zighi. È una donna bellissima con un passato traumatico (come le eroine dei film di Alfred Hitchcock). Vive nella provincia pavese, monotona, sonnecchiosa, accanto all'uomo che ha sposato. Non si concede più nulla. Né desideri, né sogni. Anna, invece, è una ragazza con tanti sogni, innamorata di Nino, con cui sogna di vivere per sempre. I sogni di Anna si infrangono quando Nino le dice addio. Comincia, in quel momento, la discesa agli inferi del personaggio di Anna, l'incontro con la portinaia e il nipote Mario, la gravidanza spezzata. Anna è già un fantasma che vaga senza pace tra i vicoli acciottolati di Pavia. Ancora prima di sposare il nobile provinciale. Destino amaro.
Un maledetto destino
Il film fu girato nel 1981. Solo un anno più tardi, il 29 maggio del 1982, anche la stella Romy Schneider smise di brillare per sempre. L'attrice austriaca, naturalizzata francese, fu trovata morta in un appartamento di Parigi. A segnarla profondamente, nella testa e nell'animo, come l'Anna Brigatti del film, fu il suicidio dell'ex marito, l'attore tedesco Harry Meyen e, soprattutto, la morte prematura dell'unico figlio maschio, il primogenito David Haubenstock, a causa di un terribile incidente. Destino. Maledetto destino.
Gli ultimi film di Romy Schneider
La diva austriaca, poco prima del tragico epilogo della sua breve esistenza, girò altri due film in cui il suo personaggio va incontro ad un atroce destino: La morte in diretta, diretto da Bertrand Tavernier nel 1980, e La signora è di passaggio, diretto da Jacques Rouffio nel 1982. Nel primo film Romy interpreta una donna che, dopo aver scoperto di essere gravemente ammalata, accetta di farsi immortalare da una cinepresa durante il periodo terminale della sua vita. Nel secondo film, Romy interpreta il doppio ruolo di Elsa Wiener e Lina Baumstein, due moderne eroine che lottano per salvare l'uomo amato. All'inizio del film una grafica in sovrimpressione informa lo spettatore che l'opera è dedicata alla memoria di David e di suo padre.
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