venerdì 13 febbraio 2015

NECROPOLIS - LA CITTA' DEI MORTI (AS ABOVE, SO BELOVE): IL RITORNO DELL'HORROR ARCHEOLOGICO IN PERFETTO STILE FOUND FOOTAGE



Alla ricerca della chiave rosa
Scarlett Marlowe (Perdita Weeks), giovane archeologa urbana esperta di simbologia, è alla ricerca della pietra filosofale di Nicolas Flamel. Seguendo gli appunti del padre, il più grande esperto mondiale di storia dell'alchimia, trascritti accuratamente su un taccuino che le ha lasciato prima di morire, la giovane donna si spinge fino in Iran dove, all'interno di una catena di grotte che sta per essere distrutta, scopre una parete di pietra su cui sono tracciate antiche iscrizioni.
Scarlett fracassa la parete, entra in una camera segreta e si trova di fronte alla cosiddetta chiave rosa, una sorta di stele di rosetta ricoperta di incisioni che il padre ha cercato disperatamente per tutta la vita. Dopo aver filmato per bene tutte le incisioni che ricoprono il manufatto, Scarlett è pronta ad abbandonare la grotta ma s'imbatte in un inquietante individuo con un impermeabile bianco che penzola da una corda e invoca il suo nome. All'improvviso un'esplosione provoca una frana all'interno della galleria e Scarlett riesce a fatica a risalire in superficie. Reza (Hamidreza Javdan), un vecchio abitante del luogo che collaborava con il padre, avverte la ragazza dei pericoli che corre cercando la pietra filosofale.


La pietra miracolosa  
Che cos'è la pietra filosofale? E' Scarlett a spiegarlo nel corso del documentario di Benji (Edwin Hodge), amico e collega, che ha per oggetto proprio le ricerche della giovane archeologa: "Sostanza difficile da definire, che può trasformare i metalli in oro e che può fornire la chiave della vita eterna. La sua creazione è lo scopo dell'alchimia, antenata della scienza, che ha studiato la trasformazione in tutte le sue forme. Seicento anni fa, Nicolas Flamel, il più grande alchimista del mondo, viveva in una casa di Parigi, oggi battezzata Rue "Nicolas Flamel". Si riteneva che fosse riuscito a creare la pietra filosofale che gli avrebbe dato la ricchezza che aveva sempre sognato insieme alla vita eterna. Ladri di tombe, sperando di impadronirsi della pietra filosofale, cercarono di disseppellire il suo cadavere dal cimitero che circondava questa zona, ma trovarono due bare vuote, la sua e quella di sua moglie". Scarlett mostra la lapide di Flamel, conservata all'interno di un museo, disegnata e scolpita da lui in persona. Il padre riteneva che gli indizi per ritrovare la pietra filosofale fossero nascosti tra i simboli arcani incisi sulla lapide. Il loro significato è rimasto misterioso finché Scarlett non ha scoperto la leggendaria chiave rosa che serve per tradurre i simboli alchemici in aramaico.


Indagini preliminari
L'archeologa, che non parla l'aramaico, si rivolge allo studioso di lingue antiche George (Ben Feldman), ex fidanzato ed ex collaboratore, che sta riparando un orologio all'interno di una cattedrale parigina. Il giovane, piantato in asso da Scarlett mentre si trovavano in Turchia per una ricerca e finito in una prigione, è molto arrabbiato con la ragazza, ma dopo aver saputo del ritrovamento della chiave rosa, decide di aiutarla nella traduzione. Dopo aver identificato i simboli alchemici, Scarlett stacca la lapide dalla parete e brucia il dorso scoprendo un'altra misteriosa iscrizione: "L'avvoltoio alato indica il sentiero con luce abbagliante nel giorno più nero. Al di sotto del cielo stellato ciò che è perso sarà ritrovato. A metà strada fra l'oscuro cancello e questa lapide posta sopra al connubio più bello". Dopo una serie di ragionamenti logici, i due giovani giungono alla conclusione che la pietra filosofale potrebbe trovarsi a 113 metri sotto la lapide di Flamel: gli alchimisti, infatti, credevano che il numero del diavolo fosse il 741 e quindi che l'inferno si trovasse a 741 piedi sotto la superficie terrestre. Scarlett e George capiscono che l'unico modo di recuperare la pietra è scendere nelle catacombe parigine dove sono sepolti sei milioni di cadaveri. Sovrapponendo la mappa delle catacombe a quella della città, i due giovani notano che sotto la lapide di Flamel sembra non esserci alcuna galleria. George ricorda che nei secoli passati alcune strade di Parigi sprofondarono nel sottosuolo rivelando camere sotterranee fino ad allora sconosciute.


Giù nell'impero dei morti
Durante una visita guidata nelle catacombe, Scarlett e i suoi amici vengono a sapere da un ragazzo misterioso che un certo Papillon (Francois Civil) può dare loro una mano per penetrare nella zona chiusa al pubblico. Il gruppo si mette sulle tracce del giovane speleologo e dopo averlo trovato in una discoteca parigina lo convince a guidarli nella zona proibita con la promessa di un succulento bottino, metà del tesoro nascosto. Papillon, che sembra possedere una certa familiarità con grotte e cunicoli sotterranei, coinvolge nell'impresa due amici fidati, Zed (Ali Marhyar) e Souxie (Marion Lambert). George, che ha perso il fratellino in una grotta molti anni prima, decide di accompagnare Scarlett e Benji fino all'imbocco del tunnel, ma l'aggressione improvvisa da parte di un poliziotto costringe il giovane ad entrare nella galleria insieme al resto della comitiva. Dopo aver percorso una serie di cunicoli, i ragazzi si accorgono di non essere soli: un gruppo di donne sta celebrando un rito satanico in un ambiente appartato. Poco più avanti, si trovano di fronte a due possibilità, attraversare una galleria ricolma di ossa, oppure fracassare un cumulo di pietre che ostruisce un passaggio. Papillon sceglie il tunnel con le ossa ricordando ai compagni la scomparsa inspiegabile dell'amico La Taupe (Cosme Castro) che due anni prima aveva attraversato il secondo varco. Scarlett convince gli altri a strisciare sulle ossa, ma Benji rimane incastrato per alcuni minuti all'interno del tunnel e riesce a liberarsi solo facendo scivolare giù gli arti scheletriti. Una volta fuori dalla galleria, il gruppo si accorge di aver girato in tondo e butta giù la parete di pietra per creare un varco e passare dall'altra parte.



La barriera dell'Inferno 
All'interno della nuova galleria, dove il gruppo scorge una targa di pietra con la scritta "Barriere d'Enfer", si verificano inquietanti e misteriosi fenomeni: George trova un vecchio pianoforte a muro che prova a suonare, accorgendosi immediatamente che il tasto del "la" centrale non funziona, proprio come il vecchio piano che usava da bambino; Scarlett sente squillare un telefono, lo cerca all'interno del tunnel e dopo averlo trovato ed aver alzato la cornetta sente una voce cavernosa esclamare: "Scarlett perché non vuoi parlare con me?"; Papillon si imbatte nell'amico scomparso La taupe, pallido e smagrito, che si offre di accompagnare il gruppo verso l'uscita. Il solo modo per tornare in superficie, secondo La Taupe, è scendere ancora più in basso attraverso una sorta di pozzo artesiano. Convinti che sia la giusta direzione per trovare la camera segreta, a metà strada tra la parte est e la parte sud delle catacombe, e trovare finalmente anche l'uscita, il gruppo si cala nel pozzo. Uno stretto passaggio, dove scorre un rivolo d'acqua, li attende poco più avanti. Mentre i ragazzi lo attraversano, la galleria trema su se stessa e si sentono urla e versi demoniaci. Pare proprio che il gruppo abbia risvegliato, loro malgrado, gli spiriti maligni che abitano quelle profondità. Dietro l'angolo, Scarlett e George scorgono il bassorilievo di un avvoltoio alato e di fronte quello di uno scarabeo. Dopo aver ragionato sul cardine tolemaico, ovvero il modo con cui gli antichi egizi serravano le camere segrete delle piramidi, Scarlett solleva una pietra e automaticamente un passaggio segreto si apre di fronte ai suoi occhi. All'interno i ragazzi scorgono il corpo imbalsamato di un cavaliere templare adagiato su un altare di pietra e un'incisione alchemica, "Visita l'interno della Terra e rettificando troverai la pietra nascosta". Scarlett, dopo aver notato uno strano bagliore filtrare attraverso una pozza d'acqua, si immerge e raggiunge la camera attigua: una grata di ferro protegge tesori inestimabili e una parere ricoperta di geroglifici nasconde la pietra filosofale. Papillon e Zed rimuovono la grata per rubare il tesoro, ma all'istante parte un meccanismo che provoca una terribile frana, imprigionando il gruppo nella camera segreta.


Nel regno delle tenebre
Scarlett non si dà per vinta e scorge sul soffitto il bassorilievo della cosiddetta porta alchemica, passaggio che dovrebbe condurre all'ultraterreno. Seguendo alla lettera la frase simbolo di tutta la magia, "Come in alto così in basso", l'archeologa scopre un pozzo artesiano che si apre ai suoi piedi. Dopo essersi calati giù per il cunicolo, i ragazzi si trovano di fronte ad un altro passaggio, sopra il quale compare la stessa scritta che, secondo la leggenda, è presente sulla porta dell'Inferno: "Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate". Oltrepassato il tunnel, il gruppo sbuca nuovamente nella camera segreta, ma non si tratta dello stesso luogo. Scarlett fa notare agli altri che il simbolo alchemico è sottosopra e che devono percorrere a ritroso la strada per uscire. Mentre la ragazza sta nuotando nella pozza d'acqua qualcosa le afferra una gamba e a malapena riesce a tornare in superficie. Nella camera attigua c'è sempre il cadavere del cavaliere templare a guardia del tesoro, ma questa volta appare molto più decomposto di prima e c'è La Taupe che uccide Souxie fracassandole il cranio. I ragazzi scappano via atterriti, attraversano un'altra rete di gallerie, si calano di nuovo nel pozzo artesiano, ma un'altra sciagura li attende: prima di calarsi giù Benji scorge il fantasma di una donna con un neonato e finisce sfracellato al suolo. I guai però non sono ancora finiti: George scorge l'immagine del fratellino morto in una pozza d'acqua; Papillon vede un'automobile che brucia e qualcuno che lo guarda dal sedile posteriore, poi una forza invisibile trascina il suo corpo nelle fiamme; George è morso alla giugulare da un demone fuoriuscito dalla parete. Scarlett, resasi conto che la pietra filosofale non riesce a guarire le ferite del giovane, torna indietro per recuperare la pietra giusta e salvare l'amico. Durante il percorso a ritroso, l'archeologa è aggredita da un demone, da mani insanguinate che emergono da un acquitrino e vede il cadavere del padre che penzola da una corda con il volto coperto da un telo. Quando lo strappa via, si trova di fronte al suo doppio e scappa inorridita. Giunta nella camera segreta, Scarlett rimette a posto la pietra e con la mano pulisce via una sostanza finissima che ricopre il bassorilievo del sole. Con quella stessa mano, dopo essere ritornata indietro, guarisce la ferita sul collo di George. La ragazza intuisce che solo redimendosi dai loro peccati, riusciranno a fare ritorno sulla Terra: dopo essere saltati in un pozzo tenendosi per mano ed aver trovato una botola sul fondo, i tre superstiti si calano giù, sbucando inspiegabilmente sulle rive della Senna. Sono salvi.


         
Commento
Necropolis - La Città dei Morti (As Above, So Belove), diretto nel 2014 da John Erick Dowdle, è un tuffo nell'ignoto, una discesa nelle viscere della Terra, un'esplorazione delle profondità insondabili dell'animo umano. Sei ragazzi si mettono sulle tracce della pietra filosofale di Flamel, ma le motivazioni alla base della ricerca sono diverse: Scarlett è mossa unicamente dalla scoperta della Verità, mentre Papillon è attirato dalla presenza di un tesoro nascosto. Ogni personaggio, chi più chi meno, ha un macigno nel cuore, una questione irrisolta che non gli permette di condurre serenamente la propria esistenza: Scarlett ha un forte senso di colpa nei confronti del padre morto suicida, George non si è mai perdonato di non essere riuscito a salvare il fratellino Danny, Papillon ha causato involontariamente la morte di un amico, Zed ha un figlio che non ha mai voluto vedere. Conflitti interiori che cominciano ad affiorare quando i ragazzi varcano la barriera dell'Inferno: il pianoforte a muro di George, la chiamata dall'aldilà da parte del padre di Scarlett, l'incontro inaspettato con l'amico scomparso La Taupe, in versione morto vivente. La Taupe, che cova rancore nei confronti dei suoi amici perché lo hanno lasciato marcire nelle catacombe, conduce gli speleologi dritti dritti nel regno delle tenebre, facendo loro credere che soltanto scendendo ulteriormente (attraverso il pozzo artesiano) riusciranno a trovare la via d'uscita. La Taupe è un moderno Caronte delle catacombe, che anziché traghettare i naufraghi da una riva all'altra del fiume Acheronte, li scorta attraverso cunicoli e pozzi sotterranei, alla stregua di una guida turistica demoniaca. Solo affrontando una volta per tutte le proprie angosce e redimendosi dai propri peccati (Scarlett chiede scusa al fantasma del padre per non avergli risposto al telefono, George confessa di non aver fatto in tempo a salvare il fratellino dall'annegamento, Zed ammette di non essersi mai preso cura del figlioletto), alcuni personaggi trovano la strada giusta per ritornare in superficie. Paradossalmente continuando a scendere ancora, giù fino all'abisso, atterrando infine sul fondo di un pozzo al cui centro c'è una botola/tombino che li catapulta direttamente sulle rive della Senna. Quando Scarlett, George e Zed sbucano sulla battigia (la macchina da presa è sottosopra per restituire l'impressione del capovolgimento, facendo apparire i tre personaggi molto simili ad animaletti striscianti), ogni cosa è al suo posto, le fronde degli alberi, i lampioni, gli edifici, i passanti. Forse mi aspettavo di vedere i tre superstiti proiettati in una dimensione parallela, identica eppure diversa, una sorta di Terra capovolta. Ma così non è, perché in fondo si sono redenti e tutto è tornato come prima. Eppure, a guardare meglio, quella tranquillità è ancora più agghiacciante dopo l'esperienza appena vissuta. E' davvero possibile un ritorno alla normalità per i tre sopravvissuti? Insomma, il finale lascia davvero a bocca aperta semplicemente perché, in una situazione simile, non te lo aspetti. La sceneggiatura (curata dal regista e dal fratello Drew Dowdle) recupera più di una mitologia: alchimia (la chiave rosa, la pietra filosofale di Nicolas Flamel, la porta alchemica, etc.), cristianesimo (il cavaliere templare a guardia del tesoro nascosto, frasi estrapolate dalle preghiere), egittologia (camere segrete, cardine tolemaico, tesori sepolti), viaggio dantesco (caratterizzazione dell'Inferno come baratro senza fondo, intestazione sulla porta degli inferi) e magia nera (antiche formule).


Un mix che mi è piaciuto molto, riportandomi alla memoria le avventure archeologiche/orrorifiche/fantascientifiche del professor Henry Walton Jones Jr. nella saga di Indiana Jones (1981-2008) e il classico Assassinio al cimitero etrusco (1982) di Sergio Martino, capostipite dell'horror archeologico. Molte sequenze mi hanno fatto venire in mente l'apprezzatissimo The Descent - Discesa nelle tenebre (2005) di Neil Marshall (Benji che rimane incastrato nel tunnel di ossa umane, Scarlett completamente ricoperta di sangue che vaga nei cunicoli bui cercando di difendersi dall'assalto dei demoni pietrificati che fuoriescono dalle pareti, i tratti somatici degli stessi demoni simili a quelli delle creature deformi che popolano le grotte dei monti Appalachi). Infine, l'immancabile omaggio al re dell'horror nostrano e internazionale, Dario Argento: la cerimonia satanica prettamente femminile all'interno delle catacombe, la caduta di Scarlett nel ruscello di sangue che scorre in uno dei tunnel, l'uscita finale e liberatoria dal tombino rimandano direttamente alle suggestioni magico/sataniche de La terza madre (2007). A coordinare il tutto, la tecnica del found footage (quella del "video ritrovato", per intenderci) che prende le mosse da The Blair Witch Project (1999) di Daniel Myrick e Eduardo Sanchez (in realtà fu l'italianissimo Cannibal Holocaust, 1980 di Ruggero Deodato ad introdurre la moda), passa per le saghe di Rec (2007-2012) di Jaume Balagherò e Paco Plaza e Paranormal Activity (2007-2011) di Oren Peli, giungendo fino a quella più recente di V/H/S (2012-2013) di Aa.Vv. In Iran è la videocamera nascosta di Scarlett a documentare l'esplorazione della grotta e il ritrovamento della chiave rosa, a Parigi è invece Benji, che sta realizzando un documentario sulla ricerca della pietra filosofale, a seguire passo dopo passo con la sua videocamera le azioni dei protagonisti, le indagini e la discesa nelle catacombe (qui, le differenti angolazioni di ripresa sono giustificate dalla presenza di una telecamerina sulla testa di ogni personaggio). Il found footage, con le sue inquadrature distorte, i movimenti inconsulti, l'assenza di chiarezza espositiva, si amalgama perfettamente sia con la scenografia (restituendo pienamente il senso di precarietà dello spazio) sia con il comportamento dei personaggi (riflettendo alla perfezione il loro disagio interiore, un malessere profondo che gli impedisce di trovare un equilibrio e perciò la strada della salvezza). L'ultimo frame, come l'ultima parola, spetta a Scarlett: "La gente crede che io sia una specie di cacciatrice di tesori, ma non lo faccio per guadagnare soldi. Sono una studiosa di storia e di alchimia che cerca solo la Verità". Forse un monito per tutti quelli che vogliono sapere troppo? Come dire, certe domande è meglio non farsele proprio. Originali sono anche i titoli di coda: al suono indie-rock di Hypsoline dei La Femme scorrono le immagini della Torre Eiffel e di altri monumenti parigini capovolti, cadaveri e automobili che galleggiano nel cielo, un cappio che pende da un ramo, ossari, cunicoli sottosopra e il pozzo con il simbolo alchemico sul fondo.                










   

3 commenti:

  1. Sì, ma perchè la ietra è riuscita a guarire il braccio della ragazza ferita ?

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  2. perchè da quello che ho capito io, la pietra in realtà non esiste. siamo noi che siamo la pietra, attraverso la redenzione, giusto ?

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