mercoledì 11 marzo 2015

POLTERGEIST SAGA: LA STORIA, IL MITO, LA MALEDIZIONE (PARTE 1)



Poltergeist - Demoniache presenze
Cuesta Verde, California. Steve (Craig T. Nelson) e Diane Freeling (Jo Beth Williams) vivono insieme ai tre figli Dana (Dominique Dunne), Robin (Oliver Robins) e Carol Anne (Heather O'Rourke) in una graziosa villetta situata in un tranquillo quartiere residenziale. Tutto scorre serenamente finché una sera la piccola Carol Anne comincia ad interagire con una misteriosa presenza materializzatasi all'interno del televisore.

Voci dal televisore
"Sono quiii!", esordisce la piccola Carol Anne, accovacciata davanti alla tv e con le manine incollate sullo schermo: è da questo momento che una serie di fenomeni paranormali sconvolge progressivamente e inevitabilmente la vita dei Freeling. All'inizio i coniugi prendono sottogamba quelle che sembrano essere manifestazioni sporadiche di spiriti benevoli, ma col passare del tempo la coppia si rende conto di trovarsi di fronte ad una vera e propria infestazione demoniaca. Il primo membro della famiglia a pagarne le conseguenze è il giovane Robin, afferrato e tenuto prigioniero dai rami animati di un vecchio albero che si trova proprio di fronte alla sua cameretta. Mentre Steve, Diane e Dana si precipitano in giardino per aiutare Robin sotto una pioggia torrenziale, la piccola Carol Anne è risucchiata da un vortice infernale generatosi nello sgabuzzino della sua cameretta. Robin è salvo, ma di Carol Anne non c'è più alcuna traccia. Mamma Diane è però convinta che la sua bambina sia ancora viva e ne ha la certezza quando sente la sua vocina filtrare flebilmente attraverso il televisore. 


Una medium bizzarra
Disperati ma speranzosi, i Freeling chiedono l'aiuto di una medium, Tangina Barrons (Zelda Rubinstein), un'eccentrica signora che possiede poteri extrasensoriali. La chiaroveggente spiega alla famiglia Freeling la verità su quello che sta accadendo nella loro casa: la piccola Carol Anne è intrappolata, suo malgrado, in un luogo di confine tra la vita e la morte, tra la Terra e l'Aldilà, una sorta di limbo dove vagano inquiete le anime dei defunti incapaci di attraversare il varco di luce per cominciare la vita eterna. In questo limbo si trova anche uno spirito maligno, un parassita che sta usando Carol Anne come esca per attirare le anime dei trapassati e succhiare la loro energia. Tangina e il suo collaboratore mettono in atto un piano infallibile: mamma Diane, legata ad una corda, si cala materialmente all'interno della voragine infernale e, una volta giunta nel limbo, afferra Carol Anne, lotta contro la creatura demoniaca e dopo averla sconfitta ritorna indietro, sbucando insieme alla sua bambina nel salotto della villetta. Il peggio sembra essere passato e la famigliola si prepara a lasciare per sempre Cuesta Verde per traslocare in una nuova casa.


Cimitero indiano
Nel frattempo, Steve scopre che l'impresa edile per cui lavora e che ha edificato l'intero complesso residenziale, ha costruito le dimore sulle fondamenta di un vecchio cimitero. La notte prima del trasferimento i fenomeni paranormali si scatenano nuovamente all'interno della villetta, ma in maniera molto più violenta: dal sottosuolo dell'edificio vengono fuori le bare del vecchio cimitero con annessi scheletri, Diane scivola per sbaglio nella fossa della piscina ed è assalita da un gruppo di morti viventi, Robin e Carol Anne stanno per essere risucchiati dalla voragine infernale materializzatasi di nuovo nello sgabuzzino della loro cameretta. La creatura demoniaca non è stata ancora sconfitta ed è tornata alla carica per impossessarsi della bambina una volta per tutte. Tornato a casa, Steve comprende che la ditta di costruzione ha spostato le lapidi del cimitero senza però rimuovere le bare, provocando la collera delle anime dei defunti. Steve riesce per un soffio a mettere in salvo i suoi cari, dopodiché la famigliola scappa il più lontano possibile dalla villetta di Cuesta Verde. Si fermano in un motel dove decidono di trascorrere la notte, non prima però di aver cacciato fuori dalla camera il televisore.


Commento
Poltergeist - Demoniache presenze (1982), diretto dal visionario Tobe Hooper (Non aprite quella porta, 1974; Quel motel vicino alla palude, 1977; Non aprite quella porta - Parte 2, 1986) e sceneggiato dal maestro Steven Spielberg (Lo squalo, 1975; Incontri ravvicinati del terzo tipo, 1977; E.T. l'extra-terrestre, 1982), porta per la prima volta sul grande schermo la tematica della casa maledetta in versione moderna. Il villino a schiera dei Freeling è la tipica abitazione dell'americano medio, ha un piccolo giardino sul davanti ed è dotata di ogni comfort. Inoltre, sorge in un ridente e apparentemente tranquillo quartiere residenziale, quello di Cuesta Verde, il cui nome è già sufficiente ad evocare ettari di vallate verdeggianti e rigogliose. Già, rigogliose, ma non di fili d'erba, bensì di tombe e di scheletri che riposano nel sottosuolo. Un antico cimitero indiano, profanato senza remore da cinici bianchi capitalisti accecati dal potere del dio denaro. 


Anche l'integerrimo Mr. Freeling, capofamiglia dalla scorza dura ma con il cuore tenero, diventa suo malgrado complice della dissacrazione, pagando questa sua incapacità di guardare a fondo con l'infestazione della sua dimora e il rapimento della piccola di casa. Carol Anne, l'angelo biondo dai grandi occhioni blu che nessuno, dopo la visione del film, potrà mai dimenticare. Una fiammella luccicante, sempiterna, dolce e pura, che fa gola soprattutto agli spiriti degli indiani defunti che anelano ad entrare nella luce, una volta e per sempre. In particolare, la luce di Carol Anne diventa vero e proprio nutrimento per la più malvagia delle entità, lo spirito di un parassita che vaga nell'altra dimensione e che desidera impadronirsi della bambina, strappandola ai suoi cari. Ci penserà la strepitosa Tangina Barrons, medium nana dalle fortissime doti extrasensoriali, a ricongiungere la piccola ai suoi familiari, mettendo in piedi un piano a prova di bomba: la rinascita di Carol Anne, stavolta non in solitaria ma insieme alla progenitrice mamma Diane che si calerà giù nell'inferno per recuperare la sua creatura e farà ritorno alla realtà strettamente ancorata ad una corda/cordone ombelicale. 



Quando l'ordine familiare sembra essere stato ristabilito, ecco che il caos fa di nuovo irruzione nella villetta: i morti risorgono dalle tombe e la casa implode su se stessa, sorta di giudizio universale a punizione della brama di potere degli esseri umani. Mamma Diane farà anche un definitivo e "liberatorio" bagno nella piscina, divenuta per l'occasione pozza della Disperazione, mista di fango e resti umani. I Freeling scappano il più lontano possibile, fino ai lidi di un motel dove passeranno la notte. Ma prima di dormire, prima di buttarsi alle spalle l'orrore di Cuesta Verde, c'è un'ultima cosa da fare: cacciare fuori dalla camera il maledetto tubo catodico, vero concentrato di orrori moderni e causa di ogni male terreno. Dunque, la tematica al centro di Poltergeist - Demoniache presenze si nutre di molteplici anime: l'haunted house modernista (oggetto di una vera e propria esplorazione da parte della macchina da presa, dai pavimenti ai soffitti, dalle finestre agli oggetti), la critica dell'agognato american way of life (consumismo, capitalismo, lotta per il potere, dissacrazione, inaridimento dei valori familiari), la denuncia del sistema mediatico (la tv, "cattiva maestra" che genera mostri, prima attira i bambini e li seduce grazie al potere delle onde elettromagnetiche, poi li rende schiavi risucchiandoli e fagocitandoli).


Degne di nota sono alcune sequenze, passate alla storia del cinema horror e della commedia fantasy/noir: il rapimento del giovane Robin da parte di un vecchio albero con tanto di rami artigliati posizionato di fronte alla sua cameretta, le insidie di un puppet /clown colorato e gigantesco che "spia" i bambini da una sedia a dondolo nel cuore della notte, gli elettrodomestici infestati di casa Freeling che si illuminano e viaggiano da una parte all'altra della dimora, la bistecca che cammina sul piano cucina e il volto scarnificato di uno dei ricercatori in preda alle allucinazioni, il parto/rinascita di mamma Diane e Carol Anne che atterrano nel salotto dell'abitazione ricoperte di liquido amniotico, il bagno finale di Diane nella piscina/pozza di cadaveri. A proposito di cadaveri, la protagonista Jo Beth Williams riferì nel corso di un episodio del documentario I Love the '80s (2002) che per girare la fatidica scena dell'immersione nell'acquitrino di morte furono utilizzati veri scheletri, perché più facili da reperire rispetto alla costruzione ex-novo di finti scheletri umani.


L'uso di cadaveri reali da parte della produzione del film pare sia all'origine della cosiddetta "Maledizione di Poltergeist", ovvero lo scatenarsi di una serie di sciagure ed eventi luttuosi che colpiranno molti membri del cast a partire dal termine del primo film della serie e fino all'uscita della terza ed ultima pellicola. La prima vittima della presunta maledizione fu la giovane Dominique Dunn che, poco tempo dopo il completamento del primo film, fu strangolata dal cuoco losangelino John Thomas Sweeney nel vialetto di casa, incapace di accettare la fine della loro storia d'amore. Dominique aveva solo 22 anni e all'epoca della sua morte stava girando la miniserie televisiva di fantascienza V-Visitors (1983-1984) che chiaramente non riuscirà mai a completare.  
      





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