martedì 9 dicembre 2014

L'EVOCAZIONE - THE CONJURING: JAMES WAN TRA GOTICO E DEMONIACO


E' il 1968, Ed (Patrick Wilson) e Lorraine Warren (Vera Farmiga), una coppia di demonologi del Connecticut, sono impegnati nel cosiddetto "Caso Annabelle": una bambola di porcellana, che sembra essere posseduta da uno spirito maligno, infesta l'appartamento di due giovani donne. Dopo aver fatto esorcizzare la bambola da un prete, Ed e Lorraine la ripongono all'interno di una teca di vetro, proprio nel cuore della loro abitazione, in uno stanzone-museo dove fanno bella mostra i reperti raccolti nel corso della loro mirabolante carriera di cacciatori del paranormale.



Tre anni più tardi, dopo alcuni convegni sull'occulto tenuti dai due demonologi nelle università più prestigiose del paese (nel corso di una di queste conferenze, mimetizzata ma non troppo tra gli studenti che affollano le aule, è possibile notare un'arzilla Lorraine Warren, in un interessante cammeo), una nuova incredibile sfida li attende a Harrisville, nel Rhode Island. I Perron sono una bella e numerosa famiglia composta da papà Roger (Ron Livingston), mamma Carolyne (Lili Taylor), le cinque figlie Andrea (Shanley Caswell), Nancy (Hayley McFarland), Christine (Joey King), Cindy (Mackenzie Foy) e April (Kyla Deaver) e il cane Sadie.



Con l'obiettivo di cominciare una nuova esistenza, la famiglia Perron si trasferisce in una vecchia fattoria isolata, ubicata sulla riva di un lagoLa prima sera, la casa intasata di scatoloni, le ragazze Perron cominciano a giocare a una sorta di bizzarro nascondino. A nulla valgono le proteste di mamma Carolyne che non vuole che le bambine giochino perché non conoscono ancora bene la nuova dimora. E' Christine a contare e quando tutte si sono ricavate un cantuccio in qualche anfratto della casa, la ragazzina comincia la sua ricerca con una benda sugli occhi: sarà il suono del battito di mani delle sue sorelline a condurla verso ognuna di loro, portando a termine la sua missione.



Dopo aver udito il primo battito di mani, si insinua a passo felpato nello sgabuzzino e va a sbattere contro Andrea: nell'urto qualcosa si frantuma dietro di loro. Papà Roger accorre preoccupato, constatando la presenza di un piccola crepa sulla parete dello stanzino. Dopo aver mandato giù il resto dei listelli di legno, papà Roger scopre con stupore la presenza di una misteriosa cantina, di cui non era a conoscenza. Si tratta proprio di un postaccio in piena regola: persistente odore di muffa, polvere e ragnatele in quantità industriali, mobili accatastati sotto lenzuoli un tempo bianchi, un vecchio pianoforte a muro scordato e la caldaia che il capofamiglia prova immediatamente a mettere in funzione.



Dopo la gioia subitanea dei due coniugi per aver guadagnato dei metri quadrati in più e la constatazione della mole di lavoro da fare per ripulire il sotterraneo, è proprio con la scoperta della cantina che cominciano i guai della famiglia Perron. Durante le ore notturne strani accadimenti turbano il sonno delle bambine: Christine si sente tirare la caviglia mentre è sdraiata sul suo lettino, Cindy ha ripetute crisi di sonnambulismo durante le quali esce dalla sua cameretta e va a picchiare la testa contro l'armadio delle sorelle più grandi, per non parlare del nauseabondo odore di cadavere che aleggia per giorni nell'abitazione.



Fatto ancora più inquietante, mamma Carolyne si sveglia con misteriosi lividi ed ematomi in diversi punti del corpo, senza riuscire a comprendere la loro origine. Primi sintomi di un'infestazione malvagia, che dai recessi della fattoria, dalla cantina, sale poco alla volta ai piani superiori, alle camere da letto fin dentro un armadio sgangherato che sembra nascondere un terribile segreto, dando luogo ad una oppressione profonda e sfociando in una terribile e violenta possessione di uno dei membri della famiglia Perron...



Commento
Dopo aver visto The Conjuring – L'evocazione, diretto dal giovane cineasta James Wan (Saw – L'enigmista, 2004; Insidious, 2010; Insidious 2 – Oltre i confini del male, 2013) due cose non sono riuscita proprio a dimenticare: la fattoria Sherman, prototipo della casa maledetta e il volto indemoniato di Bathsheba (interpretata dall'inquietante compositore delle musiche Joseph Bishara, già demone dalla faccia infuocata in Insidious e Insidious 2). Cominciamo dallo specchio d'acqua (specchio nel vero senso della parola perché rivelerà a Lorraine un sinistro presagio di morte) che costeggia il retro della fattoria: ebbene questo lago dalle acque torbide ci porta direttamente al bacino lacustre dietro la casa maledetta nella saga di Amityville oppure al lago/tomba in cui giace il corpo scheletrito di Madison ne Le verità nascoste (2000) di Robert Zemeckis (c'è una scena in cui Michelle Pfeiffer/Claire Spencer si sporge dal pontile e smuove leggermente con la mano l'acqua del lago scoprendo con orrore il cadavere della giovane donna, una scena che ricorda molto quella in cui Lorraine compie con la mano un gesto simile per poi vedere, sotto la superficie dell'acqua, il corpo senza vita della figlia Judy). 



Poi c'è il pecan secolare al cui ramo si è impiccata la strega Bathsheba che a tratti ricorda una mano gigantesca che fuoriesce dal terreno oppure l'enorme albero che fiancheggia la fattoria immersa nella bruma di Emily Rose in The Exorcism of Emily Rose (2005) di Scott Derrickson. Quando i Perron arrivano alla fattoria, Sadie, il cane di famiglia, non vuole entrare in casa e viene udito guaire tutta la notte all'esterno dell'abitazione. L'indomani, la piccola April scopre con orrore la carcassa di Sadie, povera bestiolina senza vita che giace sull'erba, la testa afflosciata sul collare collegato al guinzaglio. Esterno notte, scena successiva: la cinepresa avanza sul vialetto davanti la fattoria, mostrandoci in primo piano la croce, con la scritta Sadie al centro, piantata di fresco sulla tomba della bestiola e sullo sfondo, in progressivo ma lento avvicinamento, la casa, oscura, paurosa, da brivido insomma. Questo punto di vista, con la croce in primo piano e la casa sullo sfondo, mi fa pensare alle vecchie copertine dei fumetti della EC Comics Tales from the Crypt



Molto suggestivi il décor (curato da Julie Berghoff) e la fotografia (diretta da John R. Leonetti) anni Settanta che strizzano l'occhio a celebri film dell'epoca come L'esorcista (1972) di William Friedkin, Amityville Horror (1979) di Stuart Rosenberg, Amityville Possession (1982) di Damiano Damiani: il mobilio, le pareti e il pavimento in legno, le tendine di pizzo alle finestre, l'impressionante carta da parati in una delle camerette delle bambine (che sembra riprodurre fedelmente quella presente nella camera dei ragazzi De Feo all'interno della vera casa di Amityville e quindi ancora più inquietante). C'è una scena in particolare che non può non riportare alla memoria l'agghiacciante levitazione del Diavolo/Regan MacNeil ne L'esorcista: quella in cui l'indemoniata Lily Taylor si solleva dal pavimento con tutta la sedia, levitando per qualche secondo e capovolgendosi fino a toccare il soffitto della cantina con i piedi della seggiola.


Altri fattori, in primis la maledizione della strega che grava sulla fattoria, sul terreno circostante e su tutti coloro che oseranno mettervi piede, in secondo luogo elementi architettonici come il sotterraneo (in questo caso antro della strega Bathsheba), umido e pieno di misteri, celato dalle pareti di un comune sgabuzzino (proprio come in The Orphanage, 2007 di Juan Antonio Bayona), l'inquietante balaustra del primo piano (anche questo elemento architettonico mi fa pensare a The Orphanage), il passaggio segreto e la botola (non vi svelerò dove sono ubicati!) ricordano invece il cinema gotico degli anni Sessanta (Mario Bava docet!). Dopo aver chiarito tutto ciò, direi di fare una visitina finale al museo degli orrori di Ed e Lorraine Warren: a caso ultimato, i due demonologi ripongono nello stanzone, insieme all'inquietante bambola Annabelle e alle centinaia di cianfrusaglie accatastate, un ennesimo sinistro oggetto, il carillon a righe rosse e bianche, che ricorda il tendone di un circo in miniatura, trovato dalla piccola April sulla riva del lago.



All'improvviso il coperchio si solleva come per magia, parte una musichetta e la testa di un pagliaccio fa capolino dalla scatola, sbucando e ricacciandosi all'interno al ritmo di quelle note minacciose. Sulla parete interna del coperchio una spirale prende a girare vorticosamente e tra una spira e l'altra si riflettono gli oggetti accatastati sulla parete di fronte e forse anche qualcos'altro, un'ombra oscura. Chi ha messo in funzione il carillon? Bathsheba non è stata ancora sconfitta definitivamente? James Wan e gli sceneggiatori Chad e Carey Hayes ci lasciano con una serie di interrogativi senza risposta, almeno per il momento. Una cosa però è certa: è stato proprio quel carosello e la mano che lo ha azionato per la prima volta (quella di April oppure, prima di lei, quella di Rory, il bambino scomparso negli anni '30?) a riportare in auge l'antica e terribile maledizione della strega.   


 

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