lunedì 25 maggio 2015

POLTERGEIST SAGA: LA STORIA, IL MITO, LA MALEDIZIONE (PARTE 3)



Poltergeist III - Ci risiamo 
Chicago, GWS Center. Carol Anne Freeling (Heather O'Rourke) abita in moderno appartamento ai piani alti di un luccicante grattacielo insieme alla zia materna Patricia Wilson (Nancy Allen), allo zio Bruce Gardner (Tom Skerritt) e a sua figlia Donna (Lara Flynn Boyle). E' molto lontana dalla soleggiata California, sono trascorsi alcuni anni dalle drammatiche vicissitudini che hanno sconvolto la sua famiglia, ma sembra proprio che le visioni demoniache non siano affatto terminate.

Sinossi
Un fantasma dal passato. Mentre si affaccia alla finestra della sua cameretta per guardare giù, Carol Anne vede il perfido Henry Kane (Nathan Davis) travestito da lava-vetri. Inoltre, cominciano ad accadere strani fenomeni: la temperatura all'interno del grattacielo si abbassa vertiginosamente, gli specchi si crepano e gli ascensori si bloccano inspiegabilmente. Nel frattempo, alla Galleria "Patricia Wilson-Gardner" fervono i preparativi per l'inaugurazione di una mostra, durante i quali non mancano fenomeni sovrannaturali: mentre Pat si siede un attimo per controllare la situazione, una scultura al suo fianco gira la testa all'interno dello specchio. Carol Anne continua a vedere lo spirito di Kane, prima dietro il finestrino dell'automobile su cui sta viaggiando, poi al di là di un finto specchio posizionato nell'aula dove sta seguendo una lezione su Mozart. A Chicago Carol Anne frequenta la Seaton School, un istituto speciale per bambini con problemi emotivi, diretto dal dottor Seaton (Richard Fire), uno psichiatra che sottopone la bambina a frequenti sedute di terapia ipnotica, facendo trapelare il passato oscuro che la insidiava. Insieme ai ricordi spiacevoli, riemerge anche, dal limbo in cui era stato spedito, lo spirito malvagio di Kane che ricomincia a perseguitare Carol Anne e coloro che la circondano. La medium Tangina (Zelda Rubinstein), che sta prendendo il tè con alcune amiche, riesce a captare le vibrazioni malefiche di Kane e si precipita in soccorso della bambina.


"Siamo tornati!". Prima di recarsi all'inaugurazione della mostra, Pat e Bruce raccomandano a Donna di badare a Carol Anne, ma quest'ultima per guadagnarsi la simpatia della ragazza la sprona ad uscire per recarsi ad un party in un appartamento vicino. Mentre Donna sta festeggiando con i suoi amici, Carol Anne è sola nella sua cameretta quando all'improvviso vede lo spirito di Kane attraverso lo specchio. Si avvicina per guardare meglio, ma il suo doppio malvagio l'afferra e la solleva per le mani, dicendole: "Siamo tornati!". Grazie all'aiuto di Tangina che le suggerisce di rompere lo specchio, la bambina manda in frantumi il vetro con i pattini e scappa via dalla stanza, in preda al terrore. Intanto il dottor Seaton riceve una telefonata da Tangina e decide di recarsi all'inaugurazione della galleria per parlare con i tutori di Carol Anne. La bambina prova invano a contattare Donna, cerca di entrare nella sua camera, ma dopo aver spalancato la porta si accorge che all'interno è tutto congelato e scappa via dall'appartamento. Intanto, Donna e il suo amico Scott (Kipley Wentz), intrufolatisi nella cabina della sicurezza per permettere ai loro amici di sguazzare nella piscina dell'edificio, intravedono sul monitor la piccola Carol Anne in fuga nel garage. Perseguitata da Kane e dai suoi adepti, Carol Anne ha trovato rifugio proprio nei sotterranei del palazzo, ma finita con i piedi in una pozzanghera viene spinta giù, insieme a Donna e Scott che nel frattempo sono accorsi per aiutarla, da mani enormi e rugose.


Da Fuori a Dentro. All'inaugurazione, Bruce è avvertito della marachella della figlia e si precipita nel locale piscina dove può solo accertare la scomparsa di Donna e Scott. D'un tratto quest'ultimo salta fuori dall'acqua ghiacciata della piscina e dice a  Bruce che qualcuno ha preso Donna e Carol Anne. Tornati nel loro appartamento, Pat e Bruce tentano di tirare fuori Carol Anne dalla porta della sua cameretta, ma Tangina gli fa notare che non si tratta della loro nipotina, bensì del suo doppio malefico e che per salvarla bisogna trovare il passaggio per l'altra dimensione. Il dottor Seaton, tramite ipnosi, viene a sapere da Scott che Donna e Carol Anne sono finite in una pozzanghera nel garage dell'edificio, ma dopo essersi recato sul posto insieme a Tangina riescono solo a captare la voce della bambina, che vaga tra una dimensione e l'altra. Nello specchio di fronte alla porta del loro appartamento, Bruce e Pat scorgono di nuovo il doppio malvagio di Carol Anne che afferra la spalla di Tangina e la tramuta in uno scheletro. Dal cadavere mummificato della medium viene fuori Donna, immediatamente soccorsa dai familiari e riportata nell'appartamento. Poco dopo, il doppio di Carol Anne riappare nello specchio e riesce ad attirare nei meandri del palazzo sia il dottor Seaton, spinto giù nella tromba dell'ascensore dal clone cattivo di Donna, sia Bruce e Pat che finiscono in una cella frigorifera del ristorante dell'edificio dove riappare Tangina che consegna loro un prezioso amuleto esortandoli ad agire da fuori a dentro.


Verso la luce. I due coniugi finiscono poi catapultati nel garage congelato, dove le automobili indemoniate tentano di investirli, ma Bruce riesce a provocare un incendio e a far scattare gli idranti che sciolgono il ghiaccio riportando tutto alla normalità, o quasi. Ripensando alle parole della medium, Bruce e Pat comprendono che il perfido Kane non può controllare l'esterno dell'edificio, ma solo l'interno: si dirigono perciò al novantottesimo piano dove, usando il carrello a parete del lavavetri, scendono presso la finestra del loro appartamento e la sfondano con una pala. Bruce viene risucchiato all'interno della camera, mentre Pat ha un breve dialogo con il doppio malvagio di Carol Anne che cerca di tenerla lontana con uno stratagemma. La donna, che stringe tra le mani il prezioso amuleto di Tangina, si intrufola dentro e scorge i cadaveri congelati dei suoi familiari. All'improvviso sopraggiunge Kane che tenta di rubarle l'amuleto, ma Pat lo colpisce con la pala e gli mozza la testa. Purtroppo il reverendo non è ancora stato sconfitto e ricompare alle spalle di Pat, ma stavolta è Tangina a salvare la situazione accettando di guidare lei stessa Kane verso la luce e sparendo oltre lo specchio insieme a lui, non prima di aver pregato Pat di salutare per lei la piccola Carol Anne. Pochi secondi più tardi, Bruce, Donna e Carol Anne attraversano lo specchio e ritornano nella realtà. Tutto sembra essere tornato alla normalità, ma un fulmine colpisce l'esterno del grattacielo e in sottofondo si sente la risata infernale del predicatore redivivo.


Commento
Nel grattacielo degli orrori. Poltergeist III - Ci risiamo, diretto nel 1988 da Gary Sherman (Vice Squad, 1982; Wanted: Dead or Alive, 1987), si sviluppa intorno ad una duplice tematica: quella dell'appartamento infestato all'interno di un lussuoso grattacielo nel cuore di una grande città e quella del doppio, del "riflesso posseduto". Personalmente giudico entrambe estremamente interessanti. La prima è una variante di quella presente nei primi due film della saga: non più la villetta a schiera circondata da roseti e da campi verdeggianti, ma un enorme grattacielo di vetro e acciaio al centro della caotica Chicago. Il GWS Center, a ben guardare, non è un palazzo come tanti, non è un casermone di cemento triste e diroccato, ma un edificio svettante moderno e tecnologico che contiene al suo interno una vera e propria micro-città: vi si può trovare di tutto, dal supermarket sempre fornito al ristorante extra-lusso, dalla palestra con piscina alla galleria d'arte contemporanea. Nel dedalo di corridoi, ascensori e scale di servizio, che permettono ai residenti di attraversare i novantotto piani dell'edificio, una miriade di specchi giganti riflette il benessere di una società capitalista e consumistica (la scenografia è curata da Paul Eads). Il tema del doppio risale nientemeno che al cinema nordico e ai film espressionisti tedeschi degli anni Venti del secolo scorso. I "riflessi posseduti" che camminano dentro gli specchi del GWS Center sono in realtà creature demoniache che rubano l'immagine dei vivi e se ne appropriano a tal punto da risultare indistinguibili dai veri proprietari dell'immagine sottratta. Tre sono invece gli elementi o figure che ricorrono frequentemente nel corso della storia: acqua (all'inizio del film il vetro della cameretta di Carol Anne viene pulito da un lavavetri con uno spruzzo d'acqua; la pozzanghera nel garage sotterraneo in cui finiscono Carol Anne, Donna e Scott; l'acqua della doccia che ripulisce Donna dalle scorie del cadavere decomposto di Tangina; il liquido verdognolo che inonda la cella frigorifera e dal quale emerge lo spirito di Tangina), ghiaccio (enormi stalattiti di ghiaccio vengono scoperte dai tecnici della manutenzione nei sotterranei del grattacielo; ghiaccio secco vaporizzato riempie all'inizio la cameretta di Carol Anne; il ghiaccio che ricopre le scale di servizio del grattacielo durante la fuga di Carol Anne; l'acqua della piscina si trasforma in ghiaccio dal quale fuoriesce il giovane Scott completamente "congelato"; il garage e le automobili appaiono ad un certo punto ricoperti da una spessa coltre di ghiaccio; alla fine la stanza della bambina appare completamente congelata e sotto la coltre ghiacciata si intravedono i cadaveri in decomposizione di Bruce e Donna), specchi frantumati (gli specchi crepati all'interno del grattacielo; lo specchietto da borsa spaccato che Pat presta a Donna; il finto specchio rotto da una tazza nello studio del dottor Seaton). 


Sia la fotografia di Alex Nepomniaschy, caratterizzata da un'illuminazione fredda e glaciale dove dominano colori come il blu, il grigio e il ghiaccio, sia le spaventose musiche infantili di Jerry Goldsmith (adattate da Joe Renzetti), contribuiscono a creare un'atmosfera demoniaca all'interno del grattacielo degli orrori. Buone le interpretazioni degli attori principali, come Nancy Allen, Tom Skerritt, Zelda Rubinstein e Lara Flynn Boyle, ma una menzione a parte merita sicuramente la prova di recitazione della giovane Heather O'Rourke che dimostra sul set grande naturalezza e spontaneità. La sceneggiatura, curata da Gary Sherman e Brian Taggert, fa di tutto per non farci dimenticare il nome della piccola protagonista che viene ripetuto nel corso della vicenda all'incirca 121 volte! Da ricordare le inquadrature dal basso del sinistro grattacielo, che sembra affiorare dalla terra come un monolito nero primordiale e i campi lunghissimi di una Chicago notturna e luccicante, dove il grattacielo infernale appare munito di due corna sulla cima e circondato da fulmini psichedelici. Degne di nota sono la scena disturbante del "parto" di Donna che fuoriesce dal cadavere decomposto di Tangina (che ricorda molto una scena analoga di Dèmoni, 1985 di Lamberto Bava) e la scena delle carcasse di suini che si rianimano all'interno della cella frigorifera (anche in questo caso ho una reminiscenza, una scena onirica di Una lucertola con la pelle di donna, 1971 di Lucio Fulci in cui la protagonista Florinda Bolkan vagabonda per i corridoi di una clinica ed entrando in una stanza trova appesi quattro cani vivisezionati ancora rantolanti). Inquietante il make-up dei personaggi posseduti (Carol Anne e Pat), così come i cadaveri decomposti del dottor Seaton, Tangina, Bruce e Donna e la testa di Kane che si scioglie sul pavimento, tutti effetti speciali curati da John Caglione, Jr. e Doug Drexler.


Morte di un angelo. Poltergeist 3 - Ci risiamo è la pellicola che più delle precedenti ha catturato l'anima della piccola di casa Freeling, Carol Anne. Anzi, è qualcosa di più profondo ancora. E' il testamento artistico della giovane, sfortunata attrice Heather O'Rourke. Carol Anne e Heather. Heather e Carol Anne. Due nomi, due vite, una sola persona e un solo destino. Tragico. Ineluttabile. Carol Anne Freeling, nel corso dei tre film della saga, rischia puntualmente di morire, risucchiata da un vortice infernale e finisce in una zona di confine, sospesa tra la vita e la morte. Ma ecco che, puntualmente, grazie all'aiuto delle persone che la circondano e che le vogliono bene, riesce sempre a salvarsi, ad uscire dal vortice, a ritornare nel mondo dei vivi. Lo stesso non si può dire, anche se lo vorremmo tanto, della piccola Heather O'Rourke. Heather non riuscirà mai a salvarsi, ad uscire dal vortice, a fare ritorno sulla Terra e a riabbracciare i suoi cari. Si perché, quel maledetto 1 Febbraio del 1988, un male oscuro quanto improvviso (il morbo di Crohn), l'ha afferrata con i suoi artigli, stritolata nelle sue spire micidiali e se l'è portata via per sempre. A nulla sono servite le cure mediche per guarirla, poco sono contate le preghiere dei suoi familiari per salvarla dalla morte. Ma questa non è una storia di finzione, non si sta girando un film su un set cinematografico, purtroppo è la dura realtà. Quella che sa di fogna. Quella senza sconti. Quella senza redenzione. Quella senza via d'uscita. Nemmeno Heather ha trovato una via d'uscita, no, non le è stata concessa, i cancelli per lei erano sbarrati. Heather, alla fine, è volata via nella luce, insieme a Tangina e Kane. Heather non è più. Heather è morta. Morta per davvero. Non è morta nella diegesi filmica, ma nella vita reale. Assurdo, sconcertante, inaccettabile. Come solo la vita reale sa essere. Questa volta, l'arte non ha superato la vita. E' la vita che ha beffato l'arte. Anzi, non la vita ma la morte. Ha scritto Tiziano Sclavi:

La morte! La morte! La morte che arriva!
La morte schifosa, la morte cattiva,
la morte che vola, la morte normale,
che cela del mondo pietosa ogni male,
la morte che vive, la vita che muore,
la morte, la morte, la morte e l'amore
che aspettano insieme il grande giudizio
e non hanno mai fine, non hanno mai inizio.
Sclavi T., Totentanz 1, Nel Buio. Canzoni e ballate di morte e d'amoreCamunia Editrice, Milano, 1993

Riposa in pace, piccolo angelo. Sono certa che lassù, nella luce più abbagliante, una creatura speciale (una sostituta della tua nonna cinematografica per esempio), ti verrà incontro fluttuando e si prenderà cura di te. Per l'eternità.


Giallo hollywoodiano. La scomparsa della povera Heather O'Rourke è all'origine di un mistero relativo alla realizzazione della sequenza finale della pellicola. Tale sequenza fu girata nell'arco di tre giorni durante l'ultimo weekend del mese di giugno 1987. Nel marzo del 1988, un mese dopo la morte di Heather, la MGM decise di girare di nuovo il finale di Poltergeist III con una controfigura. Il regista del film, Gary Sherman, sostiene che il finale non sia stato rifatto, ma che Heather sarebbe morta "prima che si potesse girare il finale originale". Alcuni membri del cast e della produzione, come il compositore delle musiche Joe Renzetti, l'attore/regista Kipley Wentz (che interpretava Scott, il fidanzato di Donna Gardner/Lara Flynn Boyle), l'assistente al montaggio Jeanne Bonansinga, intervistati dallo studioso della saga di Poltergeist David Furtney, hanno smentito Sherman e sostenuto all'unisono che l'ultima sequenza fu rigirata dopo la scomparsa di Heather perché alla MGM non piaceva il finale originale. Davvero molto interessante è quello che scrive David Furtney nel suo articolo Poltergeist III: Mistery of the (Reshot?) Ending: "Perché Gary Sherman sostiene il contrario? Qual'è la vera storia? Il finale originale fu girato o no? C'era un finale rigirato? Le informazioni di seguito sono sufficienti al lettore per decidere. Ripetuti sforzi per contattare altre persone coinvolte nel film (come MGM/Sony) per commenti e chiarimenti non ebbero successo. Al signor Sherman chiaramente non fa piacere parlare del problema. Il progetto iniziale per il finale rigirato prevedeva che Kane andasse verso la luce, decomponendosi davanti alla macchina da presa, dopo aver toccato la collana di Tangina (nel finale originale, semplicemente il suo volto "esplode con la luce" dopo aver toccato l'amuleto, un effetto che non soddisfaceva Gary Sherman).



I creatori degli effetti speciali cominciarono a lavorare su questa nuova sequenza. Comunque, dopo la morte di Heather il 1 Febbraio del 1988, la MGM mise temporaneamente in attesa il finale da rigirare. Un mese dopo, fu deciso di rifare l'intero finale. Questa volta, i corpi "congelati" di Bruce, Donna, Carol Anne e Scott furono sostituiti con le versioni "decomposte" solo di Bruce e Donna. Carol Anne "congelata" fu probabilmente lasciata fuori poiché lo studio comprensibilmente sentì che una scena del genere avrebbe potuto essere vista come di "cattivo gusto" alla luce della morte di Heather. Non è completamente chiaro perché Scott sia stato escluso dal nuovo finale. Forse i dirigenti della MGM sentirono che il pubblico avrebbe potuto confondersi quando lui ritornava con la famiglia nella versione originale (è stato visto tornare indietro dall'"altra dimensione" molto prima nel film, ma spettatori allarmati lo avrebbero riconosciuto solo come un "riflesso posseduto"). La sequenza della "decomposizione" di Kane fu attenuata e cambiata con Pat che colpisce la sua testa con una pala, dopodiché la testa si scioglie sul pavimento. Per rendere più chiaro il fatto che Tangina accompagna realmente Kane nella Luce, la "Luce" è visibilmente mostrata sullo schermo, così come Tangina afferra Kane per la mano e letteralmente cammina con lui dentro di essa. La sua battuta a Pat "Dici a Carol Anne che l'amerò per sempre e che il suo incubo è finito" sembra essere un sottile riferimento alla tragica scomparsa di Heather". 
Per maggiori informazioni consultate il sito http://www.poltergeist.poltergeistiii.com/

                               
















   



     

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