mercoledì 7 dicembre 2022

LA ABUELA - THE GRANDMOTHER: MAGIA NERA, RITUALI E ANZIANE VESTALI NELLA NUOVA PELLICOLA DEL MAESTRO IBERICO PACO PLAZA


"Per lo spacco della tua gonna ho rotto tre corde di questa chitarra". Un motivetto popolare risuona tra i palazzi e i vicoli di Madrid. Giunge all'orecchio di Susana, una giovane donna di 25 anni, mentre è impegnata a lavare i piatti nell'acquaio. 

                                                 
Quella canzoncina antica risveglia immediatamente in lei i ricordi dell'infanzia. Corre nella sua cameretta, apre uno scomparto segreto e tira fuori un diario. Su quelle pagine, scolorite dal tempo, è scolpito attraverso disegni e testi un periodo preciso della sua infanzia quando, poco più che una ragazzina, viveva a casa della nonna Pilar in un elegante appartamento di un palazzo signorile nel centro storico della città. Susana si trova proprio lì in quel momento, è ritornata in Spagna da Parigi per prendersi cura della nonna gravemente ammalata...

La Abuela - The Grandmother è il nuovo film horror del maestro del brivido iberico Paco Plaza (Second name, 2002; I delitti della luna piena, 2004; REC, 2007; REC 2, 2009; REC 3 - La genesi, 2012; Veronica, 2017; Occhio per occhio, 2019). La pellicola è interpretata da Almudena AmorVera Valdez, Karina Kolokolchykova e Chacha Huang. La sceneggiatura è scritta da Carlos Vermut, la fotografia è di Daniel Fernàndez-Abellò, le musiche sono di Fàtima Al Qadiri. Ancora una volta, dopo gli incubi notturni e le terribili visioni paranormali di Veronica, Plaza ci catapulta nei meandri di un palazzo antico di Madrid, tra le mura di un appartamento mefitico dove magia nera e orrore la fanno da padroni.                                                           

 

Ritorno a Madrid

Susana, top model madrilena trapiantata a Parigi, abbandona nastri, lustrini, sfilate e set fotografici per fare ritorno nella vecchia casa di famiglia, un appartamento in un grande palazzo della città. La nonna Pilar, anziana signora dai capelli argento, ha avuto un ictus e non è più in grado di prendersi cura di sé. Susana, molto affezionata alla nonna, se ne prende cura con amore e dedizione.

Mostruosi incubi

Ben presto, però, Susana comincia ad essere tormentata da incubi e visioni notturne: Pilar, la dolce vecchina dai capelli argento, le compare in sogno con sembianze malefiche e mostruose. Strane apparizioni si manifestano in casa durante la notte, luci improvvise e i rintocchi del pendolo del salotto le tolgono il sonno, catapultandola in una spirale di orrore e terrore allo stato puro. Riceve la visita della compagna di giochi dell'infanzia, Eva, una misteriosa ragazza che Susana stenta a riconoscere. Eva è la nipote di una cara amica della nonna Pilar. Susana aveva completamente dimenticato Eva e sua nonna, chissà per quale misterioso sortilegio. 

Il diario      

Susana ritrova il diario segreto della sua infanzia e rammenta il giorno del suo compleanno, quando la nonna Pilar, insieme alla sua amica, diede da bere a lei e ad Eva uno strano intruglio e tagliò le trecce alle due fanciulle. Da quel momento Susana cominciò a fare brutti sogni, in cui era spaventata a morte dalla nonna Pilar... Susana è ormai precipitata in un incubo che sembra non avere fine. Stremata e stressata, decide di affidare la nonna alle cure di una badante, ma la donna muore tragicamente...

Riti arcani      

Plaza ci catapulta in una Madrid vestita di magico e di mefistofelico: due anziane donne, carne consunta, ossa sporgenti, capelli ingrigiti, non si rassegnano alla perdita della giovinezza e sono disposte a tutto pur di riaverla. Questo il tema della pellicola del regista madrileno, un tema caro al miglior cinema gotico degli anni Sessanta, targato Mario Bava, Riccardo FredaAntonio Margheriti,  alias Anthony Dawson, e Giorgio Ferroni, i padri dell'horror nostrano ed internazionale.

Il magico e il demoniaco

Il mefitico, i rituali magici e la metamorfosi del corpo femminile sono al centro della famosa pellicola di Bava, La maschera del Demonio (1960), dove troviamo uno dei primissimi effetti speciali della storia del cinema: il ringiovanimento della strega Asa (una magistrale Barbara Steele) e l'invecchiamento della giovane fanciulla che diventa sua vittima sacrificale. Anche ne I Vampiri (1957), horror ante-litteram diretto da Riccardo Freda, troviamo una delle scene più celebri della storia del cinema de paura made in Italy: l'eccezionale trasformazione "a vista" di Gianna Maria Canale, dalla giovane Giselle alla vecchia Marguerite, in un'unica ripresa, senza stacchi di montaggio, opera dell'inventivo direttore della fotografia Mario Bava. Un destino comune a quello delle due protagoniste di La Abuela - The Grandmother, la vecchia Pilar e la giovane Susana, che si scambiano vite e respiri nel buio di una stanza al numero 38 di un palazzone di Madrid. 

Incursioni notturne         

La macchina da presa di Plaza, come di consueto, si aggira nei lugubri recessi del caseggiato, nei corridoi in penombra, nelle stanze buie e spaventose dove troviamo soltanto il lumicino di una candela. Mirabili visioni targate Paco Plaza, ormai da lui ce le aspettiamo e le rivendichiamo a gran voce. Da citare anche le incursioni notturne della vecchia Pilar (interpretata da Vera Valdez, modella brasiliana prestata al cinema), in vestaglia bianca e capelli al vento, una vestale ante-litteram che inquieterà per sempre i nostri sogni, mentre si aggira per i cunicoli della casa. La bocca di Pilar si spalanca, la voce comincia ad uscire, ma sono solo parole confuse che non riusciamo a comprendere, ripetute come in una vecchia litania. 

Quel movimento delle mani 

Le mani di Pilar, ossute e allungate, si intrecciano e disegnano strane geometrie davanti i nostri occhi. Insomma, quanto basta per non farci dormire bene la notte per molto, molto tempo. Meraviglioso il contrappunto finale della colonna sonora: Plaza sottolinea l'importanza del magico e dell'onirico nella nostra società ultratecnologica e ultraevoluta (forse), due aspetti dell'esistenza che ancora dominano il mondo reale. Il volto di Pilar, immortalato per sempre sulla tela di un bellissimo dipinto ad olio che fa sfoggio sul caminetto del salotto, si deforma fino a diventare quello di Susana: non c'è nulla che l'essere umano possa fare contro le forze dell'occulto. 



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